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La sovraffusione


La sovraffusione è una tecnica alternativa alla saldatura utilizzata per il fissaggio degli attacchi prefabbricati tradizionali.

L’utilizzo di questo metodo, il cui impiego è noto prevalentemente in odontotecnica, permette di inserire una componente dell’attacco (generalmente la matrice) nella posizione desiderata direttamente nella cappetta in cera o in resina.

Con la fusione del metallo otterremo quindi non solo la costruzione della corona ma anche l’unione della componente dell’attacco grazie ad una “connessione metallica” originata da un fenomeno di “adesione superficiale per diffusione” tra la lega della corona e quella dell’attacco.
 

Per ottenere una corretta sovraffusione occorre che:
 

  1. La lega utilizzata per la costruzione dell’attacco presenti un’assoluta inossidabilità;

  2. Le leghe degli attacchi siano idonee alla sovraffusione ossia presentino un punto di solidus almeno 100 °C superiore alla temperatura di colata della lega da fondere

  3. I perni di colata siano distanti e non diretti sull’attacco;

  4. La temperatura di preriscaldo del cilindro sia più elevata dell’usale;

  5. I tempi di permanenza del cilindro alla temperatura di preriscaldo siano più lunghi;

  6. I tempi di raffreddamento del cilindro siano più lunghi;

  7. Gli spessori delle pareti degli attacchi siano preferibilmente superiori a 0,5 mm. Spessori al di sotto degli 0,5 mm possono indurre a deformazioni o penetrazioni difficilmente rimediabili meccanicamente;

  8. Se non presente, creare nell’attacco una ritenzione meccanica sulla parete di contatto;

  9. Se possibile, allargare e inglobare l’attacco all’interno della cappetta.





  • Si limita il polimetallismo
  • Tempi di lavoro ridotti
  • Si evita la deformazione della saldatura


  • Operazione fuori controllo
  • Ridotto numero di leghe idonee per tale operazione
  • Non perfetta calzatura dopo impronta di posizione
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